Vai al contenuto

Quando l’amore non basta

Quando l’amore non basta – Adozione e genitorialità

Questo è un lavoro pensato per le famiglie adottive, che cerca di integrare attraverso momenti teorici ed esperienze pratiche di esplorazione e consapevolezza, dolore, paura, rabbia, confusione, gratitudine e amore, alla ricerca di un nuovo equilibrio tra ciò che è stato e ciò che può divenire, tra la voglia di donare e la difficoltà di ricevere. Nella speranza di aiutare genitori e figli ad affrontare le tempeste delle relazioni familiari, che come in ogni famiglia si presenteranno, per avere una vita più soddisfacente e serena.

La vita è un dono prezioso! Se qualcuno, per motivazioni che non sta a noi giudicare, non si sente di accettare questo dono, lo affida a sua volta ad altri, che se ne prenderanno cura nel valorizzarlo e proiettarlo verso il futuro per contribuire a rendere il mondo migliore: è questo il senso e l’alto valore dell’adozione.
La nuova famiglia che si vuol prendere cura di un essere umano indifeso, deve sapere di accollarsi sia i suoi problemi fisici, morali, psicologici sia la storia delle sue origini e di dover dedicare a lui molta attenzione e tanto amore, vista la sua fragilità.
In effetti la famiglia adottiva si confronta con le stesse tematiche di qualsiasi altra famiglia. Allo stesso tempo, ha alcune peculiarità che sono proprie dell’universo dell’adozione e influenzano il processo di crescita del bambino e del suo relazionarsi con la famiglia. Alla fine, tra i genitori adottivi e il bambino ci sono i genitori che l’hanno generato con le responsabilità di ciò che hanno compiuto, ed una storia del bambino che precede l’adozione.
Bisogna sempre tener conto che, se dall’abbandono ha inizio l’adozione, l’adozione non è l’inizio assoluto della vita dei figli adottivi.
Di fatto le storie di adozione sono triangoli: i genitori di nascita, quelli adottivi e il bambino. L’angolo dei genitori biologici non va mai dimenticato. Può finire sullo sfondo, ma si ripresenterà, a tratti, insieme a tutte le dinamiche psicologiche legate all’abbandono.
Infatti l’abbandono è si un atto fisico, ma diventa per il bambino un sentimento personale. Un bambino è un recipiente completo. Se riconosciamo ciò, ammettiamo che l’abbandono fa parte del pregresso del bambino, vedere che l’abbandono e l’adozione non sono scollegati, ma le due diverse facce della stessa medaglia, e che necessitano di un riconoscimento, permette l’accesso a una difficile integrazione di pensieri e sentimenti contrastanti che si ripercuote nella mente nel corpo e nell’anima di genitori e figli e quindi in definitiva nella relazione.

CONDUCE
Dott. Leonardo Magalotti
Psicologo Psicoterapeuta della Gestalt

DOMENICA 28 MAGGIO ore 10:00 – 14:00

COSTO 40€

INFO E PRENOTAZIONI:
Aurelia Lupo
gestaltstudiomt@gmail.com   
347 8616299

In questo sito Web utilizziamo strumenti proprietari o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie vengono normalmente utilizzati per consentire il corretto funzionamento del sito (cookie tecnici), per generare report sull’utilizzo della navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare adeguatamente i nostri servizi / prodotti (cookie di profilazione). I cookie tecnici vengono utilizzati autonomamente, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore.